5.000 Km percorsi in Italia, Europa e nel Mondo
5.000 Km percorsi in Italia, Europa e nel Mondo

Cristina Bacchetti, giornalista e tester, ci racconta il suo viaggio in India con il Forcite MK1S.

Procedere sul lato opposto – per noi europei quello “sbagliato” - della carreggiata, schivare animali, enormi camion, carretti, pedoni… Guidare in India è un'esperienza unica che, sulle prime, mette non poco in difficoltà.

Non c'è modo e non c'è tempo per godersi la bellezza che scorre accanto ai lunghi nastri d'asfalto neri che tagliano in due il deserto del Rajasthan. Il primo impatto con questo Paese sconfinato è emotivamente forte: la povertà non si nasconde e per chi come noi, magari senza nemmeno rendersene conto, vive in una condizione di apprezzabile agio, è difficile guardare a passare oltre.

Le prime ore in India sono state impegnative, per la guida, per l'emozione, per la difficoltà ad
accettare che esista davvero una realtà così ingiustamente differente dalla nostra. “Un altro mondo”, nel vero senso della parola.

Ho osservato e osservato, con la visiera del mio MK1S aperta per respirare a pieno l'atmosfera dei piccoli villaggi dove i miei occhi incrociavano sorrisi e gentilezza, e gli occhi dei bambini, indimenticabili, curiosi e sognanti posati sulla mia Royal Enfield luccicante. Sono state loro, le persone del luogo, a far passare quel senso di disagio che mi aveva incatenata sulle prime. Sono stati i sorrisi, la gentilezza, l'ospitalità non invadente di chi vive la propria condizione con serenità e gratitudine verso la vita.

In India tutto scorre, si entra nel flusso della vita e ci si lascia trasportare, con spiritualità, dando importanza alla persona e alla sua anima, venerando un animale come la mucca perché elargisce il latte non solo ai suoi cuccioli ma anche ad atri esseri viventi. E così diventa importante, non la si può uccidere, semplicemente quando non è più in grado di dare latte e vitellini viene abbandonata, libera di terminare la sua vita come meglio crede, comunque rispettata e nutrita.

Tutto, in India, ha una declinazione spirituale e romantica, tutto scorre con un preciso ordine che a noi sembra caos, ma caos non è. Percorrere 500 chilometri al giorno su queste strade infinite, interrotte solo di tanto in tanto dai piccoli villaggi abitati, dà modo di pensare. A quanto abbiamo, a quanto inutilmente ci lamentiamo, a quanto conta essere “dalla parte giusta del mondo”. Banalità? Sì, certamente. A cui però non diamo il giusto peso nel nostro quotidiano.

Sono tornata dall'India con un bagaglio di consapevolezze in più. Innanzitutto, che tutto si può fare: se ho guidato là in mezzo, posso fare qualsiasi cosa!

E il mio Forcite? Sempre confortevole nonostante le giornate intere passate in sella, dai 5 gradi del mattino all'alba fino ai 30 di mezzogiorno. Un ottimo compagno di strada, con il plus di potermi portare a casa immagini e ricordi grazie alla cam integrata… in tutta sicurezza.
E forse anche un record: il primo MK1S a zonzo per l'India!

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